
Di recente abbiamo iniziato a collaborare con AILI, e grazie a loro possiamo offrire maggiori informazioni e rendere maggiormente consapevoli sul mondo dell’intolleranza al lattosio. La fonte per questo articolo è presa da Associazione AILI.
Senza lattosio, senza derivati del latte, naturalmente senza lattosio, senza latte. Saper districarsi tra tutte queste diciture mentre sei è a fare la spesa non facile e la paura dell’errore è dietro angolo.
Grazie ad AILI ecco qualche consiglio utile per fare chiarezza.
Cosa significa la dicitura senza lattosio?
Se la dicitura è presente su un prodotto lattiero-caseario significa che è stato delattosato al fine di ridurre il contenuto dello zucchero lattosio (<0.1% o <0.01% o <0.001%), naturalmente presente nel latte.
Se invece si trova su altri prodotti, allora vuol dire che all’interno sarà presente uno o più ingredienti delattosati come: burro, panna o latte.
Se la dicitura “senza lattosio” si trova su prodotti che non contengono ingredienti lattiero-caseari in ricetta allora significa che questi prodotti potrebbero contenere proteine del latte come contaminazione involontaria.
Ricorda: senza lattosio non significa senza latte.
Senza derivati del latte significa anche assenza di lattosio?
Come abbiamo visto qui il lattosio è il principale zucchero del latte da cui è relativamente facile estrarlo. In alcune preparazioni potrebbe essere utilizzato tal quale (come nei salumi o nel cioccolato).
Questa breve introduzione per dire che la dicitura “senza derivati del latte” o “senza latte e derivati” (dairy free) potrebbe essere indicativa anche dell’assenza di lattosio proprio perché è comunemente identificato come prodotto di derivazione dal latte.
Rimane comunque non chiarissima come dicitura perché non identifica le sostanze in grado di provare intolleranza (lattosio) o allergia (proteine del latte).
Senza lattosio significa zero lattosio?
Grazie ad AILI sappiamo che la normativa emanata dal Ministero della Salute nel 2015, in attesa di armonizzazione europea, in Italia si può definire un PRODOTTO LATTIERO-CASEARIO “senza lattosio” se presenta un contenuto di lattosio <0.1% o <0.01% o inferiore. Per cui c’è sempre un limite soglia da rispettare.
Ma attenzione: un’analisi strumentale chimica o microbiologica non darà mai come risultato “zero”, ma un valore che farà riferimento sempre al limite di rilevabilità dello strumento. Questo perché ogni sttrumento ha un valore minimo di concentrazione sotto il quale il campione non può essere rilevato o quantificato con sufficiente accuratezza e precisione.
Cosa significa naturalmente privo di lattosio?
Nel 2016 il Ministero della Salute emana una seconda circolare sul tema “senza lattosio” che integra la precedente: la dicitura “naturalmente privo di lattosio” si può utilizzare in particolar modo per quei prodotti lattiero-caseari che perdono lo zucchero lattosio in conseguenza del loro naturale processo produttivo. Un esempio sono i formaggi stagionati DOP riportati in questa tabella.
Riguardo tutti gli altri prodotti alimentari, come riportato nel Reg. (UE) n. 1169/2011, evidenziare l’assenza di un allergene quando è una caratteristica comune a tutti i prodotti identificati nella stessa categoria è una violazione dell’articolo 7.1.c.
C’è differenza tra può contenere tracce di latte e può contenere latte?
Il Reg. (UE) n. 1169/2011 fornisce indicazioni precise sulle informazioni che devono e possono essere riportate sugli alimenti, compresa la presenza intenzionale di allergeni. Tale Regolamento però non si esprime su come poter evidenziare l’assenza di determinate sostanze o informazioni relative alla presenza accidentale involontaria di sostanze che provocano allergie o intolleranze.
Questo vuol dire che l’azienda produttrice può decidere, in via preventiva, precauzionale e in maniera non obbligatoria (ma opportuna), di riportare la dicitura “può contenere tracce di” sulla base di possibili contaminazioni crociate in fase produttiva o nelle materie prime utilizzate. Questa dicitura equivale a scrivere “può contenere” e tutela l’azienda da eventuali segnalazioini di consumatori che possono essere stati male o aver avuto problemi.
La parola “tracce” complica ancor più le cose perché non ha un valore che possa definirla. In genere indica una quantità pari a qualche mg per kg di prodotto (ad esempio inferiore a 5 mg/kg = 5 ppm = 0,005%).
Purtroppo, ad oggi, ci sono ancora molti lati oscuri sul tema dell’etichettatura senza lattosio e/o senza proteine del latte, che si ripercuotono sulla proliferazione delle diciture presenti oggi sui prodotti alimentari a scaffale e di conseguenza sulla difficoltà di acquisto da parte di un consumatore intollerante o allergico.
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