
La celiachia è una malattia infiammatoria cronica che si ripercuote su tanti aspetti della vita quotidiana della donna. Non si tratta solo di mangiare in modo “strano”, scegliere accuratamente i ristoranti a cui andare, evitare come la peste il grano e tutto ciò che lo contiene, o educare la propria famiglia a mangiare anche gluten-free. Specie se si desidera mettere su famiglia, e si ha già una diagnosi di celiachia o intolleranza/allergia al grano, meglio pensarci prima di provarci.
Infatti, oggi sappiamo che la celiachia è uno dei fattori di rischio materni per morte spontanea del feto in utero, ovvero aborto spontaneo. Anche la salute dell’intestino, e in particolare la varietà microbica del microbiota, hanno un ruolo importante sul buon esito di una gravidanza. Infatti, come emerge dalla recente letteratura scientifica, l’insieme dei miliardi di microrganismi che abitano il nostro microbiota devono essere in equilibrio simbiotico (eubiosi). Se perdono l’equilibrio a favore di alcuni batteri, possono insorgere più facilmente patologie o condizioni infiammatorie che interferiscono con un buon sviluppo della gravidanza iniziale. Anche disturbi gastrointestinali da permeabilità intestinale, già nota come leaky gut syndrome, intolleranze alimentari e sindrome dell’intestino irritabile hanno come base l’infiammazione.


Detto questo, l’aborto spontaneo è un evento drammatico nella vita della donna, della coppia che desidera un figlio e della famiglia. Si tratta di una complicanza non rara che può capitare in gravidanza: ma se si conoscono i fattori di rischio, come l’infiammazione da celiachia e disturbi gastrointestinali di tipo infiammatorio, si dovrebbe pianificare la gravidanza prima del concepimento, facendosi seguire da esperti che sanno sia come tenere a bada l’infiammazione cronica per favorire il concepimento, sia cosa fare affinché quell’insieme di cellule che i medici chiamano feto possa diventare un figlio sano nato da una gravidanza serena.
Liana Zorzi
Giornalista scentifica